
Akram Raslan ucciso in un carcere siriano
Autore di più di 300 caricature pubblicate, Raslan era noto per il suo impegno per il popolo siriano e per la sua critica contro le continue violazioni dei diritti umani
Reporter senza frontiere (RSF) conferma la morte del famoso fumettista siriano Akram Raslan.
In questi giorni erano circolate molte voci sulla sua morte. In una dichiarazione, RSF ha sottolineato come Raslan sia morto sotto tortura da parte dei servizi di sicurezza siriani durante la sua prigionia.
Il disegnatore fu arrestato il 2 ottobre 2012 da funzionari dell’intelligence militare negli uffici del quotidiano governativo Al Fidaa, nella città di Hama.
Venne accusato di essere l’autore di alcune vignette offensive nei confronti di Bashar al-Assad.
La nota spiega che nel luglio 2013, poco prima di morire, fu processato in segreto da un tribunale anti terrorismo, senza testimoni o avvocati della difesa, secondo i dati a disposizione della Rete Internazionale dei Diritti dei vignettisti.
RSF ha riportato che Akram Raslan, dopo aver subito abusi e maltrattamenti in carcere, è stato portato in ospedale dove è morto per le ferite.
Il Direttore del Dipartimento RSF per il Medio Oriente e Nord Africa, Alexandra el Khazen, ha detto che la morte di Raslan “a seguito di torture da parte dei sostenitori del regime è un promemoria che la Siria continua ad essere un inferno per i giornalisti da più di quattro anni”.
Prima dell’inizio delle proteste dell’opposizione nel marzo 2011, Raslan aveva pubblicato in forma anonima vignette anti-regime in molti media arabi (Al Jazeera o il giornale Al Yarida) e sui social network.
Autore di più di 300 caricature pubblicate, Raslan era noto per il suo impegno per il popolo siriano e per la sua critica contro le continue violazioni dei diritti umani.
Nel 2013, la Cartoonists Rights Network International (CRNI) gli aveva aggiudicato uno dei suoi premi, il Premio al Coraggio per Fumetti Pubblicati.
La Siria si riconferma come uno dei luoghi più pericolosi per i giornalisti: almeno 47 reporter e 135 citizen journalists sono stati uccisi dal 2011.