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Mirko Bellis

Cina, un gigantesco schema Ponzi rischia di travolgere un milione di risparmiatori

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Cina, un gigantesco schema Ponzi rischia di travolgere un milione di risparmiatori

Ezubao, una finanziaria che si dedicava al prestito online è accusata di una truffa da 7,6 miliardi di dollari


2 Febbraio 2016 Mirko Mondo

Ding Ning

Un gigantesco schema Ponzi. Così è stata definita dalle autorità cinesi l’attività di Ezubao, una finanziaria che si dedicava al prestito online. La società è accusata di una truffa da oltre 7,6 miliardi di dollari. Il numero di persone raggirate sfiora il milione.

Il giovane presidente di Ezubao, Ding Ning, aveva fondato la piattaforma di prestiti online nel luglio 2014 offrendo agli investitori rendimenti annuali tra il 9 e il 14,6 per cento – molto più elevati rispetto ai tassi sui depositi bancari – con la promessa che ogni centesimo investito avrebbe garantito degli utili. Ora si trova agli arresti assieme ad altre 21 persone ad Anhui, provincia orientale della Cina, dove ha sede Ezubao. Ning è accusato di aver raccolto illegalmente i depositi e averli gestiti in modo fraudolento. La finanziaria operava attraverso il social lending, ovvero attraverso prestiti personali erogati da altri privati su internet.

Secondo le autorità cinesi il 95% dei prodotti di investimento offerti dalla società erano falsi. I proventi dell’attività di Ezubao venivano utilizzati per mantenere l’elevato stile di vita del presidente e dei suoi collaboratori. Ding Ning è accusato di aver speso più di 1 miliardo di renminbi – circa 150 milioni di dollari – in oggetti e regali, tra cui immobili, auto e beni di lusso. Per Ning, di umili origini, la sua immagine di opulenza doveva essere la migliore garanzia per gli ignari investitori che gli consegnavano il denaro. Anche tutti i suoi dipendenti dovevano vestire con abiti di marca e gioielli costosi. Tutto doveva servire per creare “un’immagine aziendale positiva”, secondo quanto ha rivelato l’agenzia statale di notizie Xinhua.

La grande popolarità in Cina di questo tipo di imprese è dovuta alla facilità con la quale, anche attraverso un semplice cellulare, è possibile investire una certa quantità di denaro. Ma l’avidità umana e la scarsa cultura finanziaria da sole non bastano a spiegare perché è stato possibile mettere in piedi questa gigantesca truffa. L’altro aspetto della vicenda riguarda l’insufficienza dei controlli delle autorità. La Cina dispone di tre regolatori finanziari ma nessuno di loro è stato in grado di supervisionare efficacemente la rapida crescita delle attività finanziarie basate su Internet. Morgan Stanley stima che il volume totale di questo tipo di finanza ammonti a 33,2 miliardi di dollari gestiti da più di 1500 piattaforme di prestito online come Ezubao.

La polizia ha iniziato ad indagare la società in dicembre quando ormai era evidente che il sistema messo in piedi da Ning era insostenibile. Ma il caso si sta rivelando una sfida per gli investigatori, che stanno esaminando una rete di almeno 200 server e una moltitudine di luoghi e persone legate alla truffa. Per nascondere le prove, i dirigenti di Ezubao hanno sotterrato più di 1200 libri contabili in 80 sacchetti di plastica. La polizia ha impiegato più di 20 ore a scavare per raccogliere le prove.

Il crollo di Ezubao ha spinto Pechino ad innalzare la vigilanza rispetto ai rischi connessi a tali modelli di finanza. Il governo cinese si è impegnato ad avviare una campagna nazionale contro le offerte di finanziamento illegali e le attività svolte online. Nel frattempo, lo schema Ponzi – dal nome del famoso italo-americano che agli inizi del ‘900 truffò migliaia di risparmiatori negli Stati Uniti – rischia di travolgere quasi un milione di cinesi.

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