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Mirko Bellis

Il presidente ucraino Poroshenko avverte del pericolo di una guerra con la Russia

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Il presidente ucraino Poroshenko avverte del pericolo di una guerra con la Russia

In un'intervista al quotidiano tedesco Bild, Poroshenko accusa Mosca di inviare armi e combattenti nell'Ucraina orientale


4 Febbraio 2016 Mirko Mondo

Petro Poroshenko

Il presidente ucraino accusa Mosca di inviare armi e combattenti nell’Ucraina orientale. “Il rischio di una guerra aperta tra Russia e Ucraina – ha affermato Poroshenko in un’intervista pubblicata dal quotidiano tedesco Bild – è maggiore di quanto non fosse un anno fa”.

Dopo l’incontro di lunedì a Berlino con la cancelliera Merkel, Poroshenko aveva denunciato la violazione da parte della Russia degli accordi di Minsk II. L’intesa, che definisce la road map per trovare una soluzione alla crisi ucraina, è stata siglata a Minsk (Bielorussia) il 12 febbraio 2015. A firmarla, oltre i leader di Ucraina, Russia, Francia e Germania anche i rappresentanti dei ribelli filo-russi delle regioni ucraine di Donetsk e Lugansk. Gli accordi prevedevano la fine immediata dei combattimenti, il ritiro delle truppe e delle armi pesanti di circa 15 chilometri dalla linea del fronte, la liberazione dei prigionieri e la promessa di una nuova Costituzione che garantisse maggiori autonomie alle regioni controllate dai separatisti. L’approvazione del nuovo testo costituzionale doveva avvenire entro la fine del 2015. Il conflitto nell’est dell’Ucraina è costato la vita ad oltre 9000 persone, tra cui 2300 soldati di Kiev.

Nel luglio e settembre 2014, dopo l’annessione russa della Crimea, l’UE ha imposto a Mosca sanzioni economiche a specifici settori economici. Nel marzo 2015 i leader europei hanno deciso di vincolare le restrizioni alla piena attuazione degli accordi di Minsk. Circostanza ribadita anche dalla cancelliera Merkel durante la conferenza stampa congiunta con il presidente ucraino. La fine delle sanzioni era prevista per il 31 gennaio però il Consiglio Europeo ha deciso di prorogarle fino al 31 luglio 2016.

La Germania, nonostante sia stata tra i paesi più duri nei confronti di Mosca, sta svolgendo un importante ruolo di mediatore nella crisi ucraina. Merkel ha telefonato martedì al presidente russo affinché usi la sua influenza sui separatisti per garantire la tenuta del cessate il fuoco. I due leader politici hanno trattato anche la questione del libero accesso alle zone di frontiera degli osservatori internazionali dell’OCSE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), indispensabile per poter controllare la fine dei combattimenti.

D’altra parte, anche le riforme costituzionali del governo di Kiev non stanno procedendo secondo la tabella di marcia prevista dagli accordi di Minsk. In base all’intensa, l’Ucraina doveva garantire la decentralizzazione, tenendo conto delle caratteristiche specifiche delle repubbliche di Donetsk e Lugansk, entro la fine del 2015.

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