
Siria, il cerchio si stringe sul Califfato. Cominciata l’offensiva su Raqqa
Le Forze democratiche siriane annunciano l’inizio dell’operazione contro Raqqa, l’autoproclamata capitale dell’Isis. L'offensiva, a cui partecipano anche le Unità di protezione del popolo curdo (Ypg), è appoggiata dai bombardamenti della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti.
E’ iniziata l’offensiva contro Raqqa, la roccaforte dello Stato Islamico in Siria. Ad annunciarlo un comunicato su Twitter delle Forze democratiche siriane (Fds) composte da combattenti curdi, arabi, turcomanni e sostenute dagli Stati Uniti.
Breaking News: Democratic Syria Forces (#SDF/QSD) announce beginning of Campaign Northern #Raqqah Liberation #Syrai pic.twitter.com/4RvY2WRZo4
— QSD Press Office (@QsdPress) 24 maggio 2016
L’assalto all’autoproclamata capitale dell’Isis sarà appoggiato dalla forza aerea della coalizione a guida Usa che da tempo sta bombardano le aree sotto il controllo del Califfato. “Iniziamo questa operazione per liberare il territorio a nord di Raqqa” ha detto Rojda Felat, una comandante delle Forze democratiche siriane. “La campagna ha lo scopo di respingere gli attacchi terroristici su Shaddadi, Tal Abyad e Kobane per garantire la sicurezza del nostro popolo”, ha aggiunto riferendosi alle città del nord della Siria controllate dai curdi delle Unità di protezione popolare (Ypg). L’alleanza tra Fsd e curdi può arrivare a schierare fino a 50.000 uomini e l’offensiva coprirà un’area di circa 50 km quadrati a nord di Raqqa con l’obiettivo di tagliare le rotte di approvvigionamento degli estremisti islamici. In questo video si vedono i preparativi dell’offensiva delle Forze democratiche siriane:
La pressione sul Califfato è massima
La campagna militare contro Raqqa si aggiunge a quella in corso nel vicino Iraq dove l’esercito ha iniziato la liberazione della città di Falluja preludio dell’attacco a Mosul, l’altro bastione iracheno ancora in mano all’Isis.
Il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa statale Tass, ha detto che anche Mosca è pronta a coordinarsi con i combattenti curdi e la coalizione guidata dagli Stati Uniti nell’attacco alla roccaforte dell’Isis. “Raqqa – ha detto Lavrov – è uno degli obiettivi dell’operazione anti-terrorismo, come Mosul in Iraq. Siamo sicuri che entrambe le città potranno essere liberate più rapidamente se i militari russi e americani coordinano le loro azioni con maggiore anticipo”. Intanto il ministro russo della Difesa, Sergei Shoigu, ha proposto agli Stati Uniti di avviare bombardamenti congiunti contro le posizioni dei jihadisti in Siria a partire dal 25 maggio. Gli Stati Uniti però la scorsa settimana hanno respinto la proposta russa di lanciare attacchi aerei comuni contro l’Isis. “Noi non collaboriamo né coordiniamo con i russi le operazioni in Siria” ha dichiarato il capitano Jeff Davis, portavoce del Pentagono, spiegando che Washington e Mosca hanno obiettivi militari separati.
L’annuncio delle Fsd segue l’incontro avvenuto sabato scorso tra i comandanti curdi e il generale americano Joseph Votel, a capo del Comando centrale degli Stati Uniti. Votel è anche il responsabile dei circa 200 militari Usa presenti nel nord della Siria con il compito di collaborare con i miliziani delle Fsd.
In vista dell’imminente attacco, il sito di attivisti anti-Isis, Raqqa is Being Slaughtered Silently (RBSS, in italiano Raqqa è massacrata nel silenzio) ha riportato che gli aerei della coalizione hanno lanciato volantini avvertendo gli abitanti di abbandonare la città. Nella didascalia si legge: “Questo è il momento che stavate aspettando. E’ il tempo di lasciare Raqqa”.
Il 4 marzo 2013 la provincia di Raqqa – situata al centro-nord della Siria – è stata la prima conquista territoriale dei combattenti del Free Syrian Army (Fsa), la struttura militare nata all’inizio della rivolta contro Bashar al Assad e formata per lo più da militari disertori. Dopo violenti scontri con il Fsa e altre fazioni islamiste, i miliziani dell’Isis hanno occupato la città il 12 gennaio 2014, proclamando poi Raqqa capitale del sedicente Stato islamico. Secondo le stime degli Stati Uniti, ci sarebbero tra i 3.000 e 5.000 combattenti pronti a tutto per difendere la città.
E intanto sono cominciati i primi sfollati: circa un migliaio di civili, di fronte all’intensificarsi dei bombardamenti, sono arrivati lunedì nella città di Afrin, nella campagna a nord di Aleppo controllata dai curdi.