
Siria, prigionieri rinchiusi in gabbia dai ribelli per fare da “scudi umani”
I detenuti dentro alle gabbie sarebbero militari del regime catturati dai ribelli. Gli “scudi umani” verrebbero utilizzati dal gruppo Jaish al-Islam come deterrente ai bombardamenti dell’aviazione di Bashar al Assad
I prigionieri trasformati in “scudi umani” verrebbero utilizzati dal gruppo Jaish al-Islam come deterrente ai bombardamenti dell’aviazione di Bashar al Assad.
Jaish al-Islam – letteralmente l’Esercito dell’Islam – opera prevalentemente nell’area attorno alla capitale Damasco ed appartiene al Fronte Islamico, insieme di formazioni combattenti nate durante la guerra civile siriana. Queste organizzazioni salafiste rifiutano la democrazia rappresentativa e la laicità dello Stato; il loro obiettivo è l’instaurazione di uno stato islamico governato dalla sharia.
Un video pubblicato online da Shaam News Network, mostra i prigionieri rinchiusi dentro gabbie di ferro, montate sul retro di pick-up, attraversare una strada circondata da edifici distrutti. Il luogo viene indicato come l’area orientale di Ghouta, ad est di Damasco; è ragionevole pensare che la città nella quale i ribelli siriani hanno fatto “sfilare” i loro prigionieri sia Douma, alla periferia della capitale.
I detenuti dentro alle gabbie sarebbero militari del regime catturati dai ribelli. Nel video appaiono anche i famigliari degli ufficiali lealisti. Una gabbia è infatti riservata alle sole donne.
Il 30 ottobre l’esercito siriano aveva attaccato pesantemente Douma. I missili erano caduti in un mercato molto affollato facendo una strage di civili. Secondo Medici Senza Frontiere (MSF) il bilancio dell’attacco al mercato è di 70 morti e 550 feriti. Il giorno precedente lo stesso ospedale di MSF era stato colpito da un bombardamento che aveva causato 15 morti e 100 feriti.
«Dopo quello che è successo a Douma e sull’area di Ghouta, la maggior parte degli abitanti ha deciso di mettere i prigionieri dentro le gabbie affinché possano ammirare la miseria in cui viviamo”, ha affermato un giovane nel video.
Kenneth Roth, direttore esecutivo di Human Rights Watch (HRW), ha riconosciuto che la zona è sotto costante assedio da parte del regime da almeno tre anni. Secondo il responsabile dell’ONG, comunque, “abbassarsi allo stesso livello di Assad non aiuta di certo la causa dell’opposizione”.
Human Rights Watch considera che l’esibizione dei prigionieri all’interno delle gabbie costituisce un “oltraggio alla loro dignità personale”. Tale condotta, inoltre, viola la quarta convenzione di Ginevra, il cui articolo 28 recita: nessuna persona protetta potrà essere utilizzata per mettere, con la sua presenza, determinati punti o determinate regioni al sicuro dalle operazioni militari. “Stiamo assistendo a crimini di guerra da entrambe le parti”, ha aggiunto Kenneth Roth.
HRW ha ricordato che una pratica simile era già avvenuta nel settembre scorso da parte delle forze governative in due città poste sotto assedio dai ribelli nella provincia di Idlib, nel nord della Siria. In quel caso, i militari siriani avevano rinchiuso i prigionieri in un gabbia collocata sopra un edificio per scoraggiare i bombardamenti dei combattenti anti-Assad.