
Uccisi 2500 jihadisti dell’Isis durante i raid della coalizione
Abu Muhammad al-Adnani - considerato il portavoce dello Stato islamico - sarebbe rimasto gravemente riferito ferito in un attacco aereo nella provincia occidentale irachena di Anbar
Gli attacchi aerei della coalizione contro lo Stato Islamico guidata dagli Stati Uniti hanno ucciso circa 2500 jihadisti il mese scorso.
Il colonnello Steve Warren, portavoce della coalizione anti-Isis, ha detto ai giornalisti presenti a Baghdad: “In dicembre, si stima che circa 2500 combattenti nemici siano stati uccisi dagli attacchi aerei della coalizione condotti in Iraq e Siria”.
I raid aerei contro le postazioni degli estremisti dello Stato islamico si sono intensificati negli ultimi giorni. In un’altra nota diffusa dal Pentagono si afferma che solo nella giornata di ieri sono stati lanciati 26 attacchi aerei contro l’Isis (23 in Iraq e 3 in Siria). I bombardamenti hanno colpito Mosul – la roccaforte dell’Is in Iraq – e Ramadi dove le truppe irachene sono ancora impegnate a scacciare dalla città gli ultimi jihadisti rimasti.
Anche Abu Muhammad al-Adnani – considerato il portavoce dello Stato islamico – sarebbe rimasto gravemente riferito ferito in un attacco aereo nella provincia occidentale irachena di Anbar.
Secondo i dati diffusi dal portavoce militare americano, da quando sono iniziati gli attacchi aerei della coalizione nell’agosto del 2014, l’Isis ha perduto fino a 22mila chilometri quadrati – ovvero il 40 per cento – del territorio conquistato in Iraq e circa il 10 per cento delle zone occupate in Siria.
Anche se il numero dei membri dello Stato islamico uccisi è significativo, il gruppo estremista sembra sia in grado di rimpiazzare le sue fila velocemente. Gli Stati Uniti avevano stimato lo scorso anno che i combattenti dell’Isis fossero tra i 20mila e i 30 mila. Il colonello Warren ha riconfermato la cifra durante la sua conferenza stampa.
Tra gli obiettivi della coalizione ci sono anche le infrastrutture petrolifere che il gruppo estremista utilizza per finanziarsi. Warren ha detto che la produzione di petrolio dello Stato islamico è stata ridotta di quasi il 30 per cento, passando da 45mila barili al giorno a 34mila.